La storia di Nadia Ellis é la bellissima storia di una giovane donna italiana, trasferita in Israele (via Parigi) che ha scoperto una passione che é poi diventata una professione ed una serie televisiva.

Cosa c’é di meglio che fare un lavoro che é anche la tua passione ? Nadia Ellis é oggi protagonista della fortunata serie TV, trasmessa in Israele, che si chiama appunto “Nadia Ellis – The Vegan Italian Chef” sul canale Food Channel. Siamo riusciti ad intervistarla, e vi proponiamo di seguito la nostra intervista.

Nadia, abbiamo letto molte cose su di te, relativamente all’esperienza vegana, e ci piacerebbe conoscerti meglio. Da quanto vivi in Israele, e cosa ti ha portata in Israele ?

Vivo in israele da 12 anni. Prima di trasferirmi a Tel Aviv ho vissuto 6 anni a Parigi, ma sono nata e cresciuta a Milano. In Israele ci sono arrivata per amore, anche se la relazione all’epoca e’ durata ben poco. In compenso mi sono innamorata del posto e ho deciso di rimanere!

Per quanto riguarda il veganesimo, da quanto tempo sei diventata vegana e che cosa ti ha portato a diventarlo ?

Lo sono diventata 6 anni e mezzo fa, nel 2014. Quell’estate, una concorrente del Grande Fratello israeliano era un’attivista vegana sfegatata che faceva polemica costantemente e parlava senza sosta dell’industria alimentare israeliana e mondiale, che stando ai suoi racconti era l’inferno in terra. E cosi mi sono messa a indagare… principalmente per avere conferma che le cose non fossero davvero così. Purtroppo a sbagliarmi ero io: le cose stavano e stanno ancora peggio di quanto si cominciava a sentire in giro. Dopo quattro mesi di ricerche intense, ho preso coscienza e sono diventata vegana e da allora non mi sono mai piu’ guardata indietro. A posteriori, sicuramente una delle migliori scelte della mia vita!

Hai sempre avuto la passione per la cucina?

Ho sempre amato i piaceri della tavola, ma non come oggi, ovviamente! All’epoca stavo finendo un Dottorato di ricerca all’Universita’ di Tel Aviv (dove insegno Retorica e Analisi del Discorso ancora oggi, fra l’altro) e la cucina non era davvero fra le mie priorita’. Mai mi sarei immaginata che un giorno sarei stata una chef, e ancor meno con un indirizzo così allineato a quelli che si profilano come i bisogni di tutto il nostro pianeta!E’ bellissimo rendermi conto che la mia scelta professionale e’ risultata poi in linea non solo con quelli che sono i valori che credo condividiamo un po’ tutti, ma anche e soprattutto con la direzione eco-sostenibile che sta pian piano adottando il mondo intero e che fara’ sempre piu’ parte delle nostre vite in un futuro molto prossimo.

Immaginiamo che arrivare ad essere conduttrice di una serie tv di successo “Nadia Ellis – The Vegan Italian Chef” dedicata alla cucina vegetale sia un grande traguardo; ci racconti quali sono stati i passaggi nella tua carriera che ti hanno portata appunto a diventare una chef vegana, e successivamente la conduttrice di una serie TV ?

nadia ellis - www.israele360.com

Nadia Ellis e Marco Tricomi – Produttore e regista della serie

Nel 2014 ci ho messo poco a rendermi conto che il panorama culinario vegano locale – seppur ricchissimo – non offriva nulla di italiano. Mi sono detta che senza i sapori di casa non avrei mai potuto reggere. Cosi ho deciso di studiare e di imparare a cucinare per poter riprodurre i piatti tradizionali italiani in chiave 100% vegetale. Dopo un anno di esperimenti, una mia amica mi ha messa in contatto con Eatwith, la famosa piattaforma che permette ai foodies di prenotare un posto a tavola a casa dello chef. Non mi sarei mai aspettata di essere accettata (le selezioni sono durissime) ma nel 2015 fui la prima Host Vegana ad entrare sulla piattaforma. Da allora, nel giro di 4 anni ho ospitato piu’ di 4000 persone nel mio salotto, in centinaia di cene gourmet italiane. La cucina oltre che la mia passione e’ cosi diventata anche il mio mestiere.

Nell’estate del 2019 ho fatto la conoscenza, tramite amicizie comuni, del produttore e regista Marco Tricomi di Pistoia. La sua serie televisiva “My Planet Vegan”, primo formato internazionale di cucina vegana, stava proprio per andare in onda sul Gambero Rosso (Sky). Ci siamo capiti e piaciuti fin dal primo incontro e abbiamo deciso di sviluppare un nuovo format insieme – quello appunto che sta andando in onda in questi mesi in Israele. E’ stato un lavoro davvero duro riuscire a mettere in moto una produzione del genere proprio durante i mesi piu’ duri della pandemia, ma ce l’abbiamo fatta (soprattutto grazie alla tenacia di Marco!) e abbiamo girato a cavallo fra Agosto e Ottobre 2020. E’ stata un’esperienza indimenticabile!

Parlando di Eatwith, che tipologia di persone avevi come ospiti alla tua tavola ? erano prevalentemente vegani ?

I miei ospiti sono sempre stati, per la maggior parte, NON vegani. Questo e’ perche’ io mi sono specializzata in una cucina che riproduce veramente i sapori italiani tradizionali, in particolare quelli legati ai latticini (quindi formaggi, burri, creme, budini ecc). Si e’ cosi sparsa la voce di questa proposta che e’ praticamente impossibile distinguere dall’originale – e in migliaia hanno voluto assaggiare e verificare con le proprie papille!

Quanto ha influito Israele, se ha influito, nella scelta di diventare vegana ?

Israele mi ha reso il passaggio sicuramente piu’ semplice, visto che Tel Aviv e’ considerata la capitale mondiale del veganesimo ed in effetti qui adottare questo stile di vita e’ davvero semplice: tutti i ristoranti offrono un menu’plant-based, ci sono decine di ristoranti 100%animal-free, tutti i supermercati hanno un reparto100% vegetale molto ricco e tutto sommato, i vegani sono abbastanza “nella norma” in questa citta’. Anche il fatto di potermi inserirenella stessa grandissima comunita’ locale e’ stato sicuramente di grande stimolo e supporto. E poi il fatto di potersi reinventare professionalmente cosi’, a 35 anni, e passare da una carriera accademica avviata a quella di chef… onestamente credo che solo in Israele sia possibile un passaggio cosi virtuoso. Qui non e’ mai troppo tardi per rimettersi in gioco.

L’Italia, a differenza di Israele, non é cosi preparata al mondo vegano, ti va di raccontarci qualche aneddoto che magari ti é capitato durante la registrazione di “Nadia Ellis – The Vegan Italian Chef” ?

nadia ellis - www.israele360.com

Nadia Ellis

A mio avviso l’Italia e’ molto piu’ avanti di quanto noi non si pensi! Ci sono certe regioni, poi, che hanno una ricchissima tradizione a base vegetale, come la Puglia. Durante le riprese lì, che sono durate 8 giorni, mi sono stati proposti ogni giorno dei menu’ di degustazione in cui non vi era traccia di ingredienti di origine animaledi almeno 6-7 portate l’uno (a volte anche dieci!), sempre diversi fra loro e sempre basati sulla tradizione regionale. Un paradiso!

E poi come non menzionare il fatto che proprio in Italia (a Milano per essere precisi) c’e’ Joia, il primo ristorante vegetariano stellato d’Europa? Proprio li, con lo chef Pietro Leeman abbiamo girato l’ultima puntata della serie, ed e’ stato a dir poco emozionante entrare nella sua cucina e assaggiare i suoi incredibili piatti. Leeman e’ davvero uno Chef dal cuore “Green” e oltre alla stella Michelin, quest’anno ha ottenuto anche una stella appunto “green” che è un nuovo riconoscimento della Guida. Insomma la cucina italiana eco-sostenibile anche in questo campo sta prendendo il suo posto nel firmamento culinario mondiale.

Hai un consiglio da dare agli amici di Israele 360 che desiderano avvicinarsi al veganesimo o a cui hai stuzzicato comunque la curiosita’ su questo stile di vita?

Il mio consiglio e’ quello innanzitutto di informarsi, sia su come funziona l’industria alimentare oggi, sia sui suoi effetti sulla salute e sull’ambiente. Penso che sia importante vedere con i propri occhi quello che consumiamo, per poi fare una scelta cosciente e informata. Una volta che si decide di avvicinarsi, anche poco alla volta, ad un’alimentazione di questo tipo, io consiglio sempre di cercare di mantenere le proprie abitudini all’inizio e cercare dei sostituti dei piatti che amiamo. Uova strapazzate? Hamburger? Formaggi? Cappuccio e brioche? Oggi è tutto sostituibile senza perdere qualità e sapori. Insomma, un passo alla volta. Piano piano si impara anche quale ingrediente e’ sempre bene avere in casa, quali piatti conosciuti sono facilmente “veganizzabili” e quali altri invece sono nuovi e deliziosi, cosa ci piace di piu’ e cosa di meno. Si puo’ anche provare a iniziare con sole 2 o 3 volte alla settimana, per comprendere i benefici e quanto sia gratificante, e poi pian piano fare un altro passo. L’importante e’ affacciarsi a questo nuovo stile di vita con un grande sorriso e un grande desiderio di fare del bene: a noi stessi, all’ambiente che ci circonda, e naturalmente alle nostre papille gustative!

Tagliere di antipasti toscano

Paté di “fegato” (preparato con lenticchie nere) decorato con gelatina di vino rosso, formaggio stile “caprino” a base di mandorle passato nel carbone vegetale, formaggio di anacardi con gelatine al caffé, schiacciatina fatta in casa e sottaceti

Polenta al formaggio

Polenta al formaggio su crema di porri e castagne, con porcini trifolati (il formaggio nella polenta è stato fatto a base di latte di soia)

Polpettone in crosta

Polpettone in crosta ripieno di crema di spinaci, su riduzione di vino bianco e quenelles di purea di patate. (Il macinato vegan usato per il polpettone è a base di proteine di piselli e proteina di soia)

Gueffos

Gueffos dessert tipico sardo a base di mandorle, zucchero e liquore su crema di caffè  con meringa all’italiana e coulis di mango e more, biscottini al limone, frutti di bosco e fiori eduli. (Per la meringa è stata usata aquafaba al posto dell’albume di uovo)

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