Il ministero della Salute ha informato che 233 persone sono risultate positive al virus in Israele dall’inizio dell’epidemia a maggio.

Una donna è stata diagnosticata il vaiolo delle scimmie in Israele per la prima volta dal recente scoppio del virus nel paese, ha affermato ieri il ministero della Salute. Il ministero ha affermato che la donna è stata diagnosticata dopo essere entrata in stretto contatto con un caso sospetto.

Secondo i dati del Ministero della Salute, 233 persone sono state diagnosticate col vaiolo delle scimmie da quando il virus è arrivato in Israele a maggio, mentre 2.700 persone sono state vaccinate. Finora sono arrivati ​​circa 5.000 vaccini e si prevede che Israele ne riceverà altri 5.000 nelle prossime settimane. Poiché i casi sono stati quasi esclusivamente tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, finora i vaccini sono stati ammissibili solo a quelli in questa fascia demografica che sono considerati a più alto rischio.

Giovedì scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riportato una diminuzione del 21% del numero di casi di vaiolo delle scimmie segnalati in tutto il mondo, invertendo una tendenza di un mese all’aumento delle infezioni e segnalando che l’epidemia in Europa potrebbe essere in declino. L’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite ha registrato 5.907 nuovi casi settimanali e ha affermato che due paesi, Iran e Indonesia, hanno segnalato i loro primi casi. Ad oggi, dalla fine di aprile sono stati segnalati più di 45.000 casi in 98 paesi. Monkeypox è caratterizzato da un’eruzione cutanea che può assomigliare a brufoli o vesciche, da cui il virus può essere trasmesso, normalmente attraverso il contatto pelle a pelle.

L’OMS ha dichiarato la recente epidemia del virus un’emergenza sanitaria globale a luglio, etichettandola come un “evento straordinario”.