A 5 anni, Amir Yichya Mabchuch è stato operato al cuore domenica scorsa in Israele, la madre del bambino dice che a Gaza sanno che dei medici israeliani “ci si può fidare ciecamente”.
Un bambino di 5 anni di Gaza è stato portato domenica al Centro Medico Wolfson di Holon, in Isarele, dove i medici hanno eseguito un’operazione a cuore aperto per salvargli la vita, diventando così il 3.000° bambino di Gaza ad essere sottoposto ad un intervento chirurgico di questo tipo in Israele nell’ambito di un programma di una ONG israeliana. Amir Yichya Mabchuch di Jabaliya, appena a nord di Gaza City, è stato portato da Save a Child’s Heart, una ONG israeliana che, dalla sua fondazione nel 1995, ha aiutato più di 6.000 bambini a viaggiare dall’estero con le loro famiglie per le operazioni critiche. I bambini provengono da oltre 65 Paesi, la maggior parte dei quali in via di sviluppo e molti dei quali non hanno legami diplomatici con Gerusalemme.
A Mabchuch è stato diagnosticato un difetto cardiaco all’età di due mesi. Sua madre, Maha, lo aveva portato a farsi visitare per un’infezione virale, quando il medico di famiglia ha individuato un’ostruzione in una delle arterie coronarie del bambino. Fin dall’inizio, “abbiamo capito che Amir avrebbe avuto bisogno di un’operazione per risolvere il difetto”, ha detto la madre.
Il bambino non ha vissuto un’infanzia normale e spensierata. Non è stato in grado di svolgere compiti semplici e non gli è stato permesso di correre e nemmeno di camminare per lunghi periodi, per evitare che lo sforzo si rivelasse eccessivo per il suo fragile cuore. Per tutta la vita, invece, è stato sottoposto a un costante controllo medico. Quando la famiglia di Amir ha scoperto la possibilità di sottoporlo a un intervento chirurgico al cuore in Israele durante una visita di controllo a Gaza, ha colto al volo l’opportunità.
“Quando i medici ci hanno detto che c’era la possibilità che i medici israeliani eseguissero la complicata operazione di cui Amir aveva bisogno, siamo stati molto felici. Qui a Gaza tutti parlano di come i medici israeliani siano i più professionali al mondo e che ci si può fidare completamente di loro”, ha detto la madre di Amir. Per portare Amir in Israele, Save a Child’s Heart ha presentato a nome suo e della sua famiglia una richiesta di permesso di ingresso in Israele, mentre la famiglia ha presentato una richiesta separata alle autorità di Gaza per uscire dal territorio.
Secondo quanto riferito, le operazioni cardiache vitali sono continuate anche durante la pandemia, sebbene il numero degli abitanti di Gaza autorizzati a entrare in Israele per le cure mediche sia stato drasticamente ridotto, presumibilmente per prevenire la diffusione della COVID19. Anche prima della pandemia, una percentuale significativa di richieste di viaggiare fuori da Gaza per cure mediche è stata esplicitamente respinta o lasciata senza risposta, il che significa che i richiedenti non hanno potuto recarsi agli appuntamenti medici programmati. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un organismo delle Nazioni Unite, nell’anno precedente alla pandemia, circa un terzo dei circa 24.000 abitanti di Gaza che hanno richiesto il permesso, tra cui centinaia di persone affette da patologie cardiache, alla fine non l’hanno ricevuto.
L’operazione a cui è stato sottoposto Amir, 5 anni, era complicata e richiedeva una tecnologia avanzata non disponibile a Gaza – e l’intervento si è svolto senza problemi, secondo il chirurgo Hagi Dekel.
“L’intervento è stato eseguito per rimuovere un’ostruzione nel ventricolo sinistro. Un’ostruzione di questo tipo, se non trattata, può danneggiare la valvola e, nel peggiore dei casi, causare una morte improvvisa… La valvola aortica è stata aperta e il tessuto spesso che ostruiva la valvola è stato rimosso con successo”, ha dichiarato.
“Salviamo le vite dei bambini palestinesi da più di vent’anni e dico sempre che oltre a salvare vite e a dare speranza alle loro famiglie, riusciamo anche a costruire ponti tra popoli diversi”, ha detto il vicedirettore di Save a Child’s Heart, Tamar Shapira.
I membri della famiglia Mabchuch hanno dichiarato che torneranno a Gaza con profonda gratitudine verso gli israeliani che si sono fatti in quattro per aiutare Amir. Poco prima dell’intervento, la madre di Amir ha detto: “So che c’è sempre tensione tra Gaza e Israele, ma questo non cambia la storia di mio figlio. Mi fido dei medici israeliani e so che salveranno la vita di mio figlio”.