Abbiamo incontrato Nadia Ellis, impegnata  nella nuova serie televisiva “La versione vegana”. Tra un piatto e l’altro, siamo riusciti a rivolgerle qualche domanda sulla nuova serie TV e soprattutto a capire dove sta andando il veganesimo, sia in Israele che nel resto del mondo

 

Dopo il successo della prima serie televisiva “Nadia Ellis The Vegan Italian Chef” (leggi nostro articolo qui – n.d.r.) torni sul piccolo schermo con una nuova serie sul canale “food” israeliano parlando sempre di veganesimo. Ci racconti qualcosa di questo nuovo programma ?

Il programma si chiama “La versione vegana” e si tratta della primissima trasmissione di cucina 100% vegana in Israele!
Il mio primo programma, girato in Italia, mi ha vista viaggiare in giro per il bel paese alla scoperta di tradizioni locali tutte vegetali, e alla ricerca di chef in grado di preparare piatti vegan tradizionali e rivoluzionari allo stesso tempo.
Ne “La versione vegana”, invece, mi vedrete ai fornelli prepare decine e decine di ricette vegane squisite, dai dolci agli antipasti passando per paste e risotti e persino ricette “di pesce” (per capire cosa intendo, bisogna vedere la trasmissione!). Questa volta ci sono solo io, in tete-a-tete con lo spettatore, a cui spiego passo per passo come preparare colazioni, pranzi e cene vegani assolutamente perfetti.

Tra la precedente serie TV e questa, come e’ evoluto, se si e’ evoluto, il mondo vegano ?

L’attenzione al mondo vegano sta evolvendo ad una velocita’ incredibile, e gia’ solo il fatto che nel giro di due anni appena ci siano gia’ due trasmissioni televisive interamente dedicate alla gastronomia vegetale ne e’ la prova. Nei supermercati, ogni giorno o quasi spuntano nuovi prodotti vegani come funghi dopo la pioggia! Non c’e’ dubbio che il pubblico stia prendendo sempre piu’ coscienza del fatto che non si tratta ne’ di una moda ne’ di un capriccio, bensì di un vero bisogno sia a livello sistemico (se non riduciamo il nostro consumo di prodotti animali, il pianeta non potra’ piu’ reggere l’attuale ecosistema) che a livello personale (e’ ormai ampiamente dimostrato che il consumo di prodotti di origine animale e’ dannoso alla salute). Nel mio piccolo, tento di dare il mio apporto aprendo le porte della mia cucina al grande pubblico, che spesso e volentieri non sa nemmeno da dove cominciare per preparare un pasto vegano, e in questo modo provo a rendere questo tipo di cucina accessibile a tutti!

Hai partecipato ad un recente evento Vegano a Tel Aviv, cosa ci puoi raccontare ?

Ho dato una dimostrazione di cucina al “Vegan Fest” di Tel Aviv, il piu’ grande festival vegano del mondo che ha accolto piu’ di 50,000 visitatori quest’anno. A proposito dell’evoluzione del mondo vegano di cui mi hai chiesto prima, per darti un’idea, nel 2014 andai per la prima volta al Vegan Fest di quell’anno, e si trattava di qualche decina di stand che per poche ore accolsero qualche centinaio di persone appena. Sono passati 8 anni e il Vegan Fest di Tel Aviv e’ diventato un evento a scala mondiale, con centinaia e centinaia di stand e bancarelle, decine di migliaia di visitatori, concerti, presentazioni, conferenze, dimostrazioni di cucina e chi piu’ ne ha piu’ ne metta! Un evento davvero emozionante, e per me simbolicamente ancora di piu’ proprio perche’ ricordo i miei primi passi nel mondo vegano 8 anni fa fra quelle poche bancarelle… e oggi ho l’onore di essere proprio io a rappresentare la cucina italiana vegana a questo evento spettacolare.

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Tel Aviv e’ sempre il centro mondiale del veganesimo ?

Ottima domanda! Tel Aviv e’ la capitale mondiale del veganesimo a livello di percentuali, anche se non numericamente. Mi spiego: in percentuale, ci sono piu’ vegani a Tel Aviv che in qualsiasi altra parte del mondo. Lo stesso vale per i ristoranti vegani, che sono percentualmente piu’ numerosi che in qualsiasi altra citta’ del mondo. Ma in termini di numeri assoluti, ovviamente in citta’ come New York o Berlino o Londra ci sono molti piu’ ristoranti vegani! La popolazione in generale e’ molto piu’ grande in quelle citta’, quindi anche se in percentuale i vegani sono di meno rispetto a Tel Aviv, numericamente sono comunque davvero tanti. Detto questo, c’e’ una particolarita’ a Tel Aviv che e’ davvero unica e che merita di essere segnalata: a differenza delle altre citta’, qui e’ davvero difficile capitare in un ristorante che NON abbia un menu vegano. E questo rende la vita cosi semplice! Raramente mi pongo la domanda di cosa potro’ mangiare in un ristorante non vegano, perche’ per l’appunto so gia’ che sicuramente una parte del menu’ sara’ 100% a base vegetale.

Quali saranno le evoluzioni del mercato vegano nei prossimi anni ? In termini di prodotti e di consumatori ?

Nadia Ellis

Il mercato dei prossimi anni si rivolgera’ sempre di piu’ alla categoria dei cosiddetti “Flexitarians”, ovvero coloro che non sono ancora 100% vegani e magari non pensano nemmeno di volerlo diventare completamente, ma desiderano ridurre considerabilmente il proprio consumo di prodotti di origine animale sia per questioni di salute, che di preoccupazione per l’ecosistema e per il riscaldamento globale. Per loro, ci saranno sempre piu’ prodotti buoni e sani, accessibili sia a livello di prezzo che di distribuzione, per rendere piu’ semplice il passaggio ad un regime a cui non sono ancora necessariamente abituati.
Piu’ interessanti ancora pero’, a mio avviso, saranno i prodotti rivolti ai non-vegani “convinti”, coloro che non sono affatto pronti a rinunciare alla bistecca o al pollo: a loro il mercato offrira’, fra pochi anni, carne e prodotti animali vari che saranno 100% di origine animale ma… senza mai aver visto un animale! Si tratta dei prodotti che risulteranno dalle cosiddette “colture cellulari”: a partire da una semplice cellula di pollo, o di manzo, sara’ possibile creare un’intera bistecca o un’intera coscia di pollo (e cosi anche latte e uova e pesce naturalmente) senza dover far nascere, crescere, nutrire ed infine macellare nessun animale. Il risparmio non sara’ solo in termini di inquinamento, gas, e sofferenza animale, bensì anche economico per il consumatore finale: questi prodotti costeranno meno della carne “classica”, saranno piu’ sani in quanto non ci saranno ne’ antibiotici ne’ ormoni di sorta, e persino i non-vegani piu’ convinti prenderanno parte, senza troppi sforzi, alla rivoluzione che stiamo ormai vedendo ovunque: dal supermercato fino al piccolo schermo!

Photo credit: Nimrod Sonders

 

video visibile solo in Israele