L’aumento del traffico turistico in Israele ha migliorato i dati di occupazione a Herzliya, Tiberiade, Gerusalemme, Nazareth e Tel Aviv, che sono stati addirittura superiori alle aree turistiche di vacanza (Eilat e Mar Morto), anche se il divario nel tasso di pernottamenti rispetto a marzo 2019 è ancora significativo

Esattamente un anno fa, nel marzo 2022, per la prima volta dallo scoppio dell’epidemia di COVID19, tutti i turisti (vaccinati e non) sono stati autorizzati a entrare in Israele a condizione di eseguire un test PCR prima di salire sull’aereo e dopo l’ingresso in Israele. Nel mese di marzo 2023, in Israele,  è stato registrato il più alto numero mensile di pernottamenti di turisti dall’inizio del virus COVID19 (circa 977 mila), ma rispetto al mese di marzo 2019 – si tratta comunque di una diminuzione del 21%.

Pernottamenti turistici: a marzo i pernottamenti turistici sono stati circa 977mila – con un calo del 21% rispetto a marzo 2019. I numeri, come detto, sono ancora lontani da quelli del 2019. Cali superiori alla media sono stati registrati a Eilat, con un calo del 67% rispetto al 2019, al Mar Morto con un calo del 41%, a Netanya con un calo del 31%, a Haifa con un calo del 26%, a Nazareth con un calo del 24%, a Gerusalemme con un calo del 23%. A Herzliya si è registrata una diminuzione del 16% e a Tel Aviv dell’8%.

Pernottamenti di israeliani: a marzo i pernottamenti israeliani sono stati circa 984.000, con un calo del 17% rispetto a marzo 2022 e un aumento del 16% rispetto a marzo 2019.

Totale pernottamenti: circa 2 milioni, con un calo del 6% rispetto a marzo 2019.

L’occupazione nazionale delle camere è stata di circa il 65% rispetto al 55% circa di marzo 2022 e al 72% di marzo 2019.

Occupazioni superiori alla media nazionale sono state registrate a Herzliya con circa il 75%, Tiberiade con circa il 71%, Gerusalemme con circa il 70%, Nazareth con circa il 68% e Tel Aviv con circa il 67%. A Eilat e al Mar Morto l’occupazione è stata di circa il 62% ciascuno, a Netanya di circa il 59% e ad Haifa di circa il 50%. L’associazione alberghiera israeliana ha dichiarato che: “Il turismo in entrata non è ancora tornato al livello previsto nel primo trimestre dell’anno, rispetto al 2019, prima dell’epidemia di corona. Speriamo che l’incertezza politica e di sicurezza che regna oggi non danneggi le previsioni sul tasso di ripresa del turismo in entrata”.