Israele: il Ministro Yoel Razvozov propone che i viaggiatori inoculati con vaccini che Israele riconosce, come Pfizer e Moderna, non avranno bisogno di analisi del sangue, mentre coloro che sono stati vaccinati con vaccini russi e cinesi saranno tenuti a farli.

Il Ministro del Turismo Yoel Razvozov

Il Ministro del Turismo Yoel Razvozov ha dichiarato martedì che vuole che la futura riapertura di Israele ai turisti faccia una distinzione tra i visitatori in base al vaccino che hanno ricevuto per il COVID19. Razvozov ha affermato che i turisti saranno divisi in quelli con “vaccini noti a Israele”, come Pfizer e Moderna, e quelli provenienti da paesi che offrono altri vaccini contro il coronavirus, come Cina e Russia. I turisti vaccinati con un vaccino “noto” potranno entrare solo con un test PCR negativo, mentre altri richiederanno un esame del sangue per determinare gli anticorpi, ha affermato il ministro. All’aeroporto Ben Gurion sarà allestita una speciale struttura per esami rapidi del sangue che fornirà i risultati entro 15 minuti, secondo quanto riportato lunedì da Channel 12. Razvozov avrebbe presentato le sue proposte al gabinetto del coronavirus durante una riunione del forum di ministri selezionati incaricati di definire la politica sul virus. Israele ha permesso ad alcuni gruppi di turisti di entrare nel paese negli ultimi mesi, ma non ai turisti che viaggiano in modo indipendente. Inizialmente aveva pianificato di riaprire a quest’ultimo a maggio, ma le raccomandazioni del Ministero della Salute hanno spinto i piani a luglio, quindi ad agosto, e ora si prevede che tale data venga spostata a settembre.

I ritardi sono arrivati ​​in mezzo a una recrudescenza del virus a causa della variante Delta, meno di due mesi dopo che un numero in diminuzione di casi COVID19   a seguito di uno sforzo di vaccinazione di massa – ha permesso a Israele di revocare la maggior parte delle restrizioni e riaprire la vita pubblica. Venerdì, il Ministero della Salute ha annunciato che tutti i viaggiatori israeliani, compresi quelli vaccinati e quelli guariti dal COVID19, dovranno autoisolarsi fino a 24 ore dall’arrivo nel Paese o fino a quando il test del coronavirus non sarà negativo.

Nel frattempo, coloro che tornano da 16 paesi ritenuti con alti tassi di infezione dovranno autoisolarsi completamente per 14 giorni, o 10 giorni con due test negativi, secondo le linee guida aggiornate del ministero, che entreranno in vigore il 16 luglio. Gli israeliani vaccinati o guariti dal COVID19 erano stati, fino a poco tempo fa, in gran parte esenti dalla quarantena al ritorno nel Paese.

Venerdì il ministero della Salute ha anche aggiornato l’elenco dei paesi con alti tassi di infezione da cui gli israeliani sono esclusi. I paesi vietati agli israeliani sono Uzbekistan, Argentina, Bielorussia, Brasile, Sud Africa, India, Messico e Russia. La recrudescenza del coronavirus in Israele è stata in gran parte attribuita alla diffusione della variante Delta, che è stata rilevata per la prima volta in India e si ritiene sia due volte più contagiosa del ceppo COVID originale.

Si attendono conferme o smentite nei prossimi giorni