EgyptAir, la compagnia di bandiera egiziana, opererà voli diretti tra Il Cairo e Tel Aviv dall’inizio del prossimo mese con quattro voli diretti a settimana tra l’aeroporto internazionale Ben Gurion e il Cairo.

Attualmente, gli unici voli tra Israele e Il Cairo sono operati da Air Sinai, una sussidiaria di EgyptAir, che opera i voli su aerei non contrassegnati senza bandiera egiziana. I voli Air Sinai tra Tel Aviv e Il Cairo hanno operato ininterrottamente dagli anni ’80 al fine di soddisfare i termini dell’accordo di pace del 1979 tra Israele ed Egitto, ma sono stati mantenuti discreti tra le persistenti ostilità tra i due paesi. Una volta che i voli ripartiranno, saranno operati da aeromobili completamente contrassegnati della compagnia aerea EgyptAir.

Oggi, Israele ha revocato le restrizioni di viaggio per i cittadini che visitano la penisola del Sinai pochi giorni prima di Sukkot, un periodo spesso utilizzato per i viaggi e per questo motivo, dopo mesi di restrizioni dovute al COVID19, i limiti del governo sul numero degli israeliani autorizzati a recarsi nel Sinai sono stati revocati.

“Siamo riusciti a trovare un modo sia per consentire passaggi illimitati verso l’Egitto, sia per osservare anche le normative sul COVID19”, ha affermato il ministro dei Trasporti Merav Michaeli. “La nostra libertà di movimento è un diritto fondamentale e deve essere salvaguardata”. A partire da oggi, il valico di Taba per le auto tra Israele e il Sinai diventerà pienamente operativo senza limiti al numero di permessi di ingresso, e prolungherà gli orari di apertura. Il mese scorso, per la prima volta dopo anni, Israele ha ridimensionato i suoi consigli sui viaggi di sicurezza per il Sinai. La decisione è stata presa dopo che il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel ha visitato Israele per colloqui ad alto livello su Gaza.

Negli ultimi anni, l’intera penisola del Sinai ha avuto il più alto avviso di viaggio possibile, Livello 1, una “minaccia concreta molto alta”, a causa della presenza dello Stato Islamico e di altri gruppi terroristici nell’area. Il Consiglio per la sicurezza nazionale, tuttavia, ha recentemente cambiato il suo avviso per la penisola del Sinai meridionale al livello 3, una “minaccia concreta di base”, in base alla quale agli israeliani è ancora “raccomandato di non visitare”, ma non è più richiesto di andarsene.