Inflazione in Israele: l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,3% a dicembre, trainato dall’aumento dei prezzi delle abitazioni, dei generi alimentari, dei trasporti e delle telecomunicazioni, secondo l’Ufficio Centrale di Statistica

I prezzi al consumo in Israele sono aumentati del 5,3% annuo nel 2022, rispetto all’aumento del 2,8% registrato un anno prima, trainato dall’aumento del costo degli alloggi, dei trasporti, delle comunicazioni e dei generi alimentari.  Il tasso d’inflazione annuale si è attestato al 5,3% a dicembre, rimanendo ai massimi da 14 anni per il secondo mese consecutivo e facendo ulteriore pressione sulla Banca d’Israele affinché aumenti nuovamente i tassi d’interesse nel mese successivo, nel tentativo di contenere i prezzi.

L’indice dei prezzi al consumo (CPI), una misura dell’inflazione che tiene conto del costo medio dei beni domestici, è aumentato dello 0,3% a dicembre rispetto a novembre, rispetto alle attese degli analisti che si aspettavano un aumento tra lo 0,3% e lo 0,4%, secondo l’Ufficio centrale di statistica. Il CPI annuale del 5,3% è stato il più alto da quando l’inflazione ha raggiunto il 5,5% nell’ottobre 2008.

A dicembre si sono registrati forti aumenti nel costo dei trasporti, salito dell’1,1%, dell’alloggio e dei servizi medici, aumentati dello 0,6% ciascuno, e della manutenzione degli appartamenti, salita dello 0,2%. A questi si sono contrapposti i cali dei prezzi di frutta e verdura fresca, scesi del 2,8%, di cultura e intrattenimento, scesi dell’1,4%, e di abbigliamento e calzature, scesi dell’1%, secondo l’ufficio statistico. Nel 2022, i prezzi dei trasporti e delle comunicazioni sono aumentati del 9,2%, le abitazioni hanno guadagnato il 6,3%, i prezzi della manutenzione degli appartamenti sono aumentati del 5,7% e i prezzi dei generi alimentari sono saliti del 4,9%. Dal 2017, i prezzi al consumo sono aumentati complessivamente del 9%, secondo l’ufficio statistico.

L’inflazione in Israele rimane comunque inferiore a quella della maggior parte dei Paesi sviluppati. Negli Stati Uniti, i prezzi al consumo da novembre a dicembre sono diminuiti dello 0,1%, il primo calo in più di 2,5 anni, a causa del calo dei prezzi del gas. Su base annua, l’inflazione è scesa al 6,5% a dicembre, rispetto all’anno precedente, contro il 7,1% di novembre, facendo presagire che la Federal Reserve statunitense rallenterà i rialzi dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Anche in Europa l’inflazione è scesa, anche se in misura minore. Dopo mesi di aumento dei prezzi, a dicembre l’inflazione annuale nei 19 Paesi che utilizzano la moneta unica è scesa per il secondo mese consecutivo, ma si è comunque attestata al 9,2%. Si tratta di un calo rispetto al 10,1% di novembre, con i prezzi dell’energia che sono scesi dai picchi estivi.

In Israele, all’inizio del mese la banca centrale ha aumentato i tassi di interesse per la settima volta consecutiva, aumentando il tasso di riferimento di 50 punti base al 3,75%, in un altro tentativo di rallentare il ritmo dell’inflazione. La banca centrale sta cercando di riportare l’inflazione all’interno dell’obiettivo governativo dell’1% – 3%. Il governatore della Banca d’Israele, Amir Yaron, ha osservato che la pressione dell’inflazione dovrebbe continuare nei prossimi due mesi prima di iniziare a diminuire gradualmente, anche se a un ritmo più lento di quanto previsto in precedenza. Gli economisti della banca centrale si aspettano ora che il tasso di inflazione si riduca al 3% nel corso del prossimo anno, rispetto al 2,5% previsto in ottobre, e che passi al 2% nel 2024. L’economia dovrebbe crescere a un tasso annuo del 2,8% nel 2023, rivisto al ribasso rispetto al 3% previsto a ottobre, e del 3,5% nel 2024. Il dipartimento di ricerca della banca vede spazio per ulteriori aumenti dei tassi di interesse, con il tasso di riferimento per i prestiti che dovrebbe raggiungere il 4% nel prossimo anno, rispetto al 3,5% della stima precedente.

Gli economisti della Bank Leumi prevedono che la banca centrale, nella prossima riunione monetaria del 20 febbraio, alzerà i costi di prestito di 25 punti base, portandoli al 4%. Le previsioni della banca centrale sono state pubblicate prima dell’annuncio, mercoledì sera, di un nuovo piano governativo per combattere l’alto costo della vita. Nell’ambito del piano presentato dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu e dal Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich per rallentare il ritmo dell’inflazione, saranno congelati o ridotti i recenti aumenti dei prezzi dei servizi di base, del carburante e delle imposte comunali sulle proprietà.

Tra le misure previste vi è il congelamento per un anno delle aliquote delle imposte comunali sugli immobili; la riduzione delle accise sul carburante di 0,10 NIS al litro fino alla fine del 2023, annullando di fatto l’aumento del prezzo del carburante di gennaio di 0,09 NIS, dato che i prezzi del gas a 95 ottani sono fissati mensilmente dal governo; la riduzione dell’aumento del prezzo dell’elettricità dell’8,2% previsto a gennaio a solo il 2,5% e, analogamente, la riduzione dell’aumento del prezzo dell’acqua del 3,5% previsto a solo l’1%. Il capo economista della Bank Leumi, Gil Bufman, ritiene che le misure governative, unite al rafforzamento dello shekel – che ha guadagnato circa il 4% durante la scorsa settimana – dovrebbero moderare gli indici dei prezzi di gennaio e febbraio.

“Si tratta di variazioni una tantum dei prezzi e non di misure di natura continuativa”, ha scritto Bufman in un rapporto pubblicato domenica prima della pubblicazione dei dati dell’IPC.  “Riteniamo che nei prossimi due mesi il tasso di inflazione reale, misurato sugli ultimi 12 mesi, dovrebbe continuare a oscillare intorno al livello del 5%, prima di iniziare a diminuire”. Leumi aveva previsto un aumento dello 0,4% dell’IPC di dicembre, portando l’inflazione annuale al 5,4% nel 2022. Secondo Leumi, nel 2023 il tasso di aumento dell’IPC dovrebbe aggirarsi intorno al 2,50%.