Fitch conferma il rating A+ di Israele, ma mette in guardia sull’impatto della prevista revisione del sistema giudiziario L’agenzia di rating cita i rischi per Israele e il sentimento degli investitori; mette in guardia sull’importanza dell’indipendenza della banca centrale per la credibilità del processo decisionale.

Fitch Ratings ha confermato mercoledì il rating A+ di Israele con outlook stabile, citando l’economia “diversificata e resiliente” del Paese, ma avvertendo che i cambiamenti giudiziari previsti dal governo potrebbero avere un “impatto negativo” sul profilo creditizio del Paese.

Fitch ha avvisato che la revisione del sistema giudiziario potrebbe indebolire i controlli istituzionali, portando a “risultati politici peggiori o a un sentimento negativo sostenuto da parte degli investitori”. La coalizione di destra del Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha dato priorità alle proposte di trasformazione del sistema giudiziario, guidate dal Ministro della Giustizia Yariv Levin. La revisione legale proposta garantirebbe al governo il controllo totale sulla nomina dei giudici, compresi quelli dell’Alta Corte, e limiterebbe fortemente la capacità dell’Alta Corte di bocciare le leggi. Nonostante le proteste di massa e l’opposizione di voci economiche di spicco e di ex politici che chiedono di proteggere la democrazia e il sistema di pesi e contrappesi di Israele, il governo si è dichiarato determinato a portare avanti il pacchetto di revisione a tutta velocità.

“Alcuni Paesi che hanno approvato importanti riforme istituzionali che hanno ridotto i controlli e gli equilibri istituzionali hanno visto un significativo indebolimento degli indicatori di governance della Banca Mondiale (WBGI), gli indicatori più influenti nel nostro modello di rating sovrano (SRM)”, ha dichiarato Fitch in un comunicato. “In questa fase non è chiaro se le riforme proposte in Israele avranno un impatto simile su larga scala”. Fitch ha anche citato i recenti commenti dei legislatori israeliani che minacciano di mettere in discussione l’indipendenza della banca centrale e il passaggio dei tassi di interesse ai mutui.

“Finora, questi sforzi sono stati contrastati dal primo ministro e dal ministro delle Finanze”, ha dichiarato Fitch. “Anche se non è il nostro scenario di base, un indebolimento dell’indipendenza della banca centrale ridurrebbe la credibilità del processo decisionale in Israele, attualmente un punto di forza del rating”.

Fitch ha dichiarato che il mantenimento del rating di Israele è supportato da un’economia “diversificata, resiliente e ad alto valore aggiunto e da solide finanze esterne a fronte di un elevato rapporto debito pubblico/PIL, elevati rischi per la sicurezza e una storia di governi instabili che ha ostacolato la definizione delle politiche”. L’agenzia di rating prevede che l’economia israeliana crescerà a un tasso del 2,9% nel 2023, dopo un’espansione del 6,4% nel 2022, nonostante le sfide globali e l’inasprimento della politica monetaria che frenerà i consumi e gli investimenti privati. L’agenzia vede l’economia tornare a crescere sopra il 3% nel 2024 e nel 2025, grazie alle esportazioni dell’industria high-tech e della difesa, alla forte crescita demografica e all’aumento della spesa pubblica.